L’inesistenza del rapporto sessuale e la solitudine post-coitale: la riflessione dello psicanalista Massimo Recalcati

Massimo Recalcati, Esiste il rapporto sessuale_ (Amazon)
L’anatomia non è un destino. Così spiegava Freud, e ribadisce Massimo Recalcati in Esiste il rapporto sessuale?, l’ultima pubblicazione per Cortina Editore.
Anatomia si riferisce etimologicamente parlando al concetto di ‘fisico’, alla concretezza del corpo, ma non dice niente in merito all’identità sessuale di quest’ultimo.
Scientificamente parlando, la differenza anatomica lega il ragionamento umano ad un limite binario: la presenza del fallo lega il corpo ad un’immagine composta da tutto ciò che può essere identificato come tratto maschile; l’assenza fallica segna invece il confine del femminile.
L’idea essenzialistica però non prende in considerazione lo sconfinato mondo dell’inconscio, spiega lo psicanalista Massimo Recalcati. Ci sono due modi per intendere l’anatomia quindi: la via essenzialistica e la via culturalista, entrambi dicono una verità parziale.
Quest’ultima parla in realtà di una scelta inconscia del sesso, l’individuo riceve un’anatomia ma non l’ha mai scelta, nasce in un corpo che inizia a soggettivizzarsi attraverso i condizionamenti culturali dell’ambiente che lo circonda.
Se prima la sessualità era un tabù legato all’idea di ‘peccato’ portato avanti dal cristianesimo nei secoli, oggi si vive in modo più ‘ateo’ con una spiritualità diversa, che astrae il concetto cristiano di amore inserito in una composizione binaria.
L’orientamento sessuale, il modo in cui si vive la propria sessualità e la perversione che alimenta i nostri desideri, sono sempre scelte inconsce del soggetto che oltrepassano sia l’anatomia che i condizionamenti culturali.
La sessualità dell’essere umano e l’istinto animale: l’erotismo è la differenza
L’idea di un accoppiamento per istinto esiste in natura ed è riscontrabile tra gli animali, ma l’essere umano all’istinto aggiunge qualcosa in più che rende la sua sessualità diversa da quella di qualsiasi altro essere: l’erotismo.
A questo punto Recalcati prende in considerazione le ricerche di Lacan, il quale sosteneva che se nel mondo sessuale animale esistesse il realismo, in quello umano, quest’ultimo si trasformerebbe in surrealismo attraverso i concetti di erotismo e perversione.
L’animale si accoppia perché il suo istinto lo spinge verso la preservazione della specie, l’essere umano perversa e va oltre spiega lo psicanalista.
Un pervertimento dell’istinto porta l’individuo verso un godimento erotico che si distacca dall’accoppiamento animale. È questo il senso del bacio: la pratica erotica per eccellenza che non si rifà all’istinto ma solo al piacere.
Il problema fondamentale è che l’ora di educazione sessuale si concentra in una spiegazione asettica degli apparati riproduttori ma non scende nel profondo dell’incontro sessuale.
Oggi si è molto più liberi di esprimersi rispetto ai decenni scorsi, questo fa sì che durante la crescita l’individuo inizia a farsi domande sulle sue pulsioni e suoi orientamenti sessuali, con meno paura del pudore catechistico. Il ragazzo andrebbe supportato e accompagnato nella scoperta del sé, ma ciò non avviene perché questa visione essenzialistica pone le basi della ‘normalità’ sul solito binarismo che esclude, invece, le molteplicità di disforie di genere e orientamento sessuale.
Il fantasma singolare orienta le nostre pulsioni sessuali
Massimo Recalcati scardina l’impostazione essenzialistica e supera quella culturalista attraverso il concetto del fantasma singolare. Secondo lo psicanalista, infatti, la pulsione sessuale è sempre mediata e orientata da un fantasma sessuale.
Il piacere, quindi, non arriva spontaneamente dalla natura del proprio corpo bensì dalla mediazione di questo fantasma inconscio che gestisce il desiderio. Quest’ultimo così diventa unico e singolare, diverso da quello di qualsiasi altro e non catalogabile in binarismi. Il corpo per l’uomo non è solo riproduzione ma un mezzo, uno strumento necessario per il piacere e il godimento.
La tesi Lacaniana: il rapporto sessuale non esiste

Arrivati a questo punto Recalcati fa una provocazione riprendendo le tesi di Lacan.
Non esiste il rapporto sessuale perché il godimento dell’uno proviene dal suo fantasma singolare che sarà diverso da quello dell’altro individuo: si fonderanno attraverso i corpi, i quali però, manterranno per tutta la durata del rapporto d’unione un mistero.
Quest’ultimo consiste nel godimento dell’altro. Il limite del corpo, della sua concretezza fisica, illude l’individuo di potersi unire e fondere con un altro, ma circoscrive il suo piacere, rendendo impossibile provare sulla propria pelle il godimento del partner.
Si può provare ad ipotizzare attraverso le espressioni del corpo stesso, ovvero del mezzo, ma non si può percepire concretamente.
Questo limite crea un tormento, quello del raggiungimento del punto estremo del godimento che una volta concluso separa i due corpi e risveglia l’individuo riportandolo alla realtà: il sesso non esiste perché nasce come idea di ricongiungimento totale che a fine incontro si disperde nella concretezza dei due corpi, costretti a separarsi ancora.
Il mistero del sesso rimarrà così la più perversa voglia di arrivare ad un senso di unione irraggiungibile e per questo perpetuamente appetibile.
Come riporta Recalcati, anche Freud aveva spiegato l’origine di questa divergenza trovandone le radici nella nascita della vita umana dove, appunto, ‘nascita’ significa separazione dall’oggetto amato, e al tempo stesso separazione che creerebbe un’adulazione per la madre, tale da far soffrire attraverso un vagito la separazione da quel desiderio remoto.
Inoltre, il godimento femminile e quello maschile porranno gli individui su due universi infinitamente irraggiungibili. Il piacere di una donna non è circoscritto al ‘fallo’, non è delimitato, è profondo e infinito: si estende a tutto il corpo, senza limiti, non si esteriorizza e per questo ‘spaventoso’ per il sesso maschile, che teme ogni volta di venire a patti con l’ignoto. “Risulta erotico ciò che si intravede, che non è mai una semplice presenza, un’evidenza, ma qualcosa che si ritrae sottraendosi alla vista” spiega lo psicanalista.
Metafisica dell’amore sessuale, la solitudine post-coitale
La ricordava Schopenhauer nella Metafisica dell’amore sessuale, quella tristezza che cala sui corpi degli amanti dopo il coito. L’annunciazione dell’arrivo della realtà, il ritorno alla solitudine come destino ineludibile che si concretizza nella vita sessuale. Per quanti sforzi si possa fare, per quanto amore si possa provare, ci si fonde in un solo corpo, ma nessuno potrà uscire da sé stesso per amalgamarsi realmente con l’altro, rimarrà così un’isola in perenne ricerca di ancora un ultimo incontro.
Claudia Manildo
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