Revenge porn e società: quando a commetterlo è un adolescente? Il caso di Salerno

Quando a commettere revenge porn è un adolescente (fonte Pixabay)
Pochi giorni fa, nella provincia di Salerno, si è verificato un episodio di revenge porn, l'ennesimo. Come da copione: un uomo viene lasciato dalla fidanzata e divulga immagini intime della donna senza il suo consenso. Sebbene il reato nella fattispecie sia gravissimo, le cronache degli ultimi mesi, se non anni, ci hanno tristemente abituati a questo tipo di storie. Ma se l'uomo e la donna in questione fossero un ragazzo di 17 anni e una ragazzina di 13?

Secondo quanto riportato dai giornali, un 17enne ha stampato e affisso sui muri di un paesino nel salernitano le foto intime della sua ex fidanzata di 13 anni. Le foto includevano anche il numero di cellulare della giovane e un finto tariffario di prestazioni sessuali. Il fatto in sè è raccapricciante, ma a sconvolgere ancora di più è la giovane età delle persone coinvolte.
Davanti ad episodi di questo tipo, è impossibile non domandarsi cosa questo comporti per la nostra società. Purtroppo viviamo in un Paese in cui la strada per le donne è ancora tutta in salita. Quelli che sono i diritti fondamentali come l'aborto, la parità salariale, l'educazione di genere, e tanti altri, sono ancora appannaggio di una società civile solo a parole e sempre meno nei fatti.
I figli sono il futuro, ma i genitori sono le radici
Sempre più spesso si sente parlare delle nuove generazioni come di coloro che saranno i portatori del cambiamento e, a giudicare dai fatti di cronaca, in certi versi sembrerebbe essere così. Sono sempre più i bambini e i ragazzi che imparano l'integrazione fin da piccoli, a non aver paura del diverso, ad avere uno sguardo aperto verso ciò che li circonda.
Insomma, la fiducia nelle nuove generazioni è tanta, nella loro voglia di essere sè stessi, liberi. É proprio per questo motivo che, quando a macchiarsi di un crimine odioso come quello del revenge porn è un adolescente, siamo davanti ad un vero fallimento della società.
Una società che si è dimostrata incapace di mettere in atto quel cambio di rotta troppo indispensabile, soprattutto alla luce dei numeri di cronaca. 1 femminicidio ogni 5 giorni: questi i dati italiani registrati nel 2021. Risale a qualche giorno fà il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, in occasione dell'8 marzo, ha ricordato i nomi delle vittime di femminicidio. E la paura è che la tendenza non si invertirà tanto prersto.
A dimostrarlo sono i casi di cronaca come questo. Come può un 17enne essere così incapace di gestire e metabolizzare le sue emozioni? Come possono dei genitori ancora giovani (si suppone, data l'età del ragazzo), in una società come quella odierna, non saper educare i propri figli al rispetto? C'è una grande falla nella società, un'enorme lacuna nell'Italia che stiamo vivendo, e si chiama EDUCAZIONE DI GENERE: educare ai sentimenti, alla sessualità, al rispetto, alla gestione delle emozioni, alla parità, all'uguaglianza dei diritti e dei doveri. A questo e a tanto altro.
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Quanto è sbagliato chiamarlo ‘revenge porn'

Da non sottovalutare come il solo termine che viene usato per identificare questo tipo di reati sia intrinsecamente sbagliato. ‘Revenge' significa vendetta, ma che posto dovrebbe avere la vendetta in un'azione di questo tipo? Dovrebbe servire per caso da attenuante o da giustificazione?
Nessun reato, dal più lieve al più grave, ha giustificazioni, meno che mai la diffusione di materiale intimo. E la parola ‘porn', che starebbe per porno, restituisce una concezione del fenomeno completamente sbagliata. Il porno è altro. Il porno è prima di tutto un lavoro e, come tale, svolto da persone adulte e consenzienti, pienamente consapevoli della divulgazione della propria immagine. Nella fattispecie del reato in questione, non c'è nulla di vagamente vicino al porno, che anzi rischia solo di aumentare la morbosità negli altri.
La cosa che più sconvolge in tutta questa storia è che c'è un ragazzo di 17 anni che ha imparato dalla società in cui vive che per rimarcare il suo potere sulla donna che ha ‘perso' può diffondere le sue immagini intime, senza che lei sia d'accordo.
Anzi, un ragazzo di 17 anni ha imparato che la società non darà la colpa a lui che ha commesso il reato, ma a lei che non doveva fare/mandare certe foto. Un ragazzo di 17 anni ha capito perfettamente che alla gogna mediatica sarà messa la ragazzina 13enne, troppo sveglia per la sua età, le altre mica facevano queste cose da ragazzine, come per le ragazze struprate da Genovese o per la maestra di Torino.
Che a 17 anni disprezza già così tanto le donne da usare loro violenza in questo modo così subdolo e meschino. Un ragazzo di 17 anni figlio perfettamente sano del patriarcato.
E c'è ancora chi sostiene che il femminismo sia inutile.
Eleonora Di Vincenzo
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